E’ una tecnica di stimolazione che si basa sul principio riflessogeno, ovvero la proiezione di tutto l’organismo in una singola parte di esso (il piede) : ad ogni punto riflesso stimolato, corrisponde una specifica parte del corpo.

La sua storia è antica, se ne ha notizia già dalla Cina e dall’India di 5000 anni fa, in Egitto, una testimonianza nella “Tomba dei medici” a Saqqara, nel 2330 a.c. In occidente ne fece uso e la insegnò Ippocrate, per conoscere poi una nuova rinascita, con approfondimenti e progressive migliorie, nei primi dell’800 in Svezia e nel 900 negli Stati Uniti: Henry Head, W. Fitzgerald, il Dr. Shelby Riley fino ad Eunice Ingham, che possiamo considerare la “madre” fondatrice della prima mappatura del piede. Arriviamo infine in Italia, dove nomi importanti hanno dato un contributo fondamentale alla riflessologia moderna, arricchendola, come ha fatto E. Baldassarre, di un aspetto di psicosomatica e di energetica secondo tradizione medica cinese.

Tenendo conto della tradizione medica occidentale e orientale, il metodo indaga e interpreta le alterazioni morfologiche del piede in chiave psicosomatica e considera le caratteristiche individuali di funzionalità organica ed energetica.

L’indagine di morfologia, consistenza, struttura di unghie e callosità, e di tutta la semeiotica del piede, rende possibile al riflessologo plantare formulare considerazioni di tipo: